La formazione a distanza sincrona prevede l’interazione diretta e in tempo reale tra un docente e uno o più discenti, attraverso una connessione internet e dispositivi digitali. La conosciamo tutti (o quasi), specialmente dopo gli ultimi due anni di emergenza sanitaria, in cui abbiamo proseguito a fare formazione continua e formazione accreditata ECM.
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Il nome Academy è comparso dapprima nelle multinazionali, poi, sempre più frequentemente, nelle aziende più grandi.
Ciascuno di noi quotidianamente acquisisce delle competenze dirette attraverso lo studio e l’approfondimento o trasversali attraverso la pratica. In qualsiasi modo avvenga, questo processo prende il nome di formazione.
Se conosci il mondo dell’e-learning aziendale avrete sicuramente sentito parlare della formazione blended che unisce i metodi tradizionali sincroni con la formazione autonoma e digitale.
Sviluppabile e fruibile in tempi ridotti, supportato da varie tecnologie e formati (LMS–SCORM), conveniente, efficiente, sono solo alcuni dei vantaggi del microlearning per la formazione aziendale che abbiamo rilevato.
Valutare l’efficacia di un intervento formativo dovrebbe andare di pari passo con l’attività formativa stessa. Misurare l’apprendimento significa infatti individuare i cambiamenti avvenuti nelle conoscenze, nelle abilità e nelle competenze delle persone, durante o dopo un intervento formativo.
Inspired Education Group: gli studenti potranno sperimentare per primi un nuovo metodo di apprendimento ibrido, per approfondire e potenziare il percorso di studi.
Negli ultimi anni il concetto di formazione in azienda è cambiato: con l’avvento del digitale, i corsi e le lezioni, che prima avvenivano in presenza, si sono trasformati in e-learning. Grazie alla didattica online i dipendenti delle aziende possono usufruire della formazione continua in ogni luogo e momento.
Sono sempre di più i casi di utilizzo di gemelli digitali per esperimenti di didattica in realtà virtuale. In Italia a fare da apripista è la avatar factory IgoodI che offre la tecnologia di base per svariate applicazione, compresa l’educazione.
"È difficile sentirsi parte di qualcosa quando non hai mai incontrato le persone". È questo il titolo dell’ultimo articolo a firma di Lucy Prodgers, Elizabeth Travis e Madeleine Pownall, pubblicato a luglio di quest’anno.
Con la diffusione del digitale in tutti i settori della nostra vita, stiamo assistendo a un aumento dell'uso dei servizi digitali nell'apprendimento. Leggiamo le parole di Solutionpath, un sito che racchiude esperti di digital learning:
Il 75% delle aziende italiane dichiara che il Digital Learning è sempre più rilevante nella formazione aziendale. Negli ultimi venti anni la formazione aziendale è andata incontro ad una vera e propria rivoluzione: dalla formazione d'aula face-to-face, spesso frontale, si sta passando con successo all'utilizzo di modalità e strumenti digitali interattivi, disponibili on demand e su mobile.
Cosa resterà degli anni 80 citava una famosa canzone di RAF, amarcord di una società che non tornerà più. Nel caso nostro potremmo dire cosa resterà di questa DAD nell’era post covid? La tanto famigerata odiata, ma tanto utile allo stesso tempo, didattica a distanza sembra essere ormai completamente sepolta ed abbandonata nel nuovo anno scolastico appena cominciato per la contentezza di studenti e insegnanti che mal ne avevano digerito l’utilizzo durante il lungo periodo di emergenza sanitaria.
Per il mondo dell'università potrebbe presto affacciarsi all'orizzonte una piccola rivoluzione. Se prima della pandemia chi voleva frequentare un corso di laurea, subito dopo la Maturità, si rivolgeva quasi in modo automatico verso gli atenei tradizionali, i fatti dell'ultimo anno potrebbero aver modificato gli equilibri. Il ricorso generalizzato alla didattica a distanza sembra aver assottigliato la distanza che, nell'immaginario collettivo, separava il blasone delle università in presenza da quello delle telematiche.
Secondo le rilevazioni del Politecnico di Milano, le imprese investono in soluzioni innovative il 47% del proprio budget destinato alla formazione. Ancora poche le scuole che utilizzano sistemi avanzati ma l’86% considera l’adozione di tecnologie un obiettivo strategico, si scende al 77% per le università.
"La formazione online è in aumento nell'ultimo decennio e la pandemia da Covid-19 ne ha accelerato la diffusione in modi senza precedenti, in particolare con riferimento alla possibilità di avanzamenti di carriera", sostiene un articolo di Forbes.
La tecnologia ha rivoluzionato l'apprendimento. Il superamento del “confine” tracciato dall’aula ha aperto a “nuove dimensioni”: i pc, dispositivi mobili, i tablet, i kindle.
Con l’avvento del Covid-19 e con il lockdown, la quotidianità ha dovuto affrontare dei cambiamenti dettati dal distanziamento sociale e dallo smart working. Questi hanno fatto sì che cessasse di esistere un luogo a cui legare ognuna delle nostre attività e cominciassero a diffondersi più percorsi formativi e lavorativi telematici.
Sembra che almeno il 40% dei learner sperimenti un’esperienza frustrante di fronte ad un corso di digital learning, e che le cause più comuni siano le caratteristiche del corso e dell’ambiente in cui è installato: dalla difficoltà a trovarlo, alla difficoltà ad usarlo. Il motivo risiede nel concetto di learnability. Che è una caratteristica del “prodotto”, non dell’utente.
Molte organizzazioni sono alle prese con un sovraccarico formativo, un eccesso di contenuti disponibili online paragonabile a quell’overload che contraddistingue il mondo dell’informazione e che rischia, in quest’ambito, di svilire l’esperienza formativa.